Tra le più moderne modalità di promozione online non possiamo non citare il native advertising. Questa forma di advertising unica nel suo genere si integra perfettamente all’interno delle pagine web in cui è inserita, senza risultare per nulla fastidiosa o invasiva. Nell’articolo di oggi andremo a vedere nel dettaglio come funziona e quali sono tutti i diversi pro e contro di una soluzione simile, buona lettura!
Native advertising: cos’è?
Prima di scendere nei dettagli di questa soluzione di digital marketing, spendiamo qualche riga per descriverne in modo chiaro il funzionamento. Il native advertising è un contenuto sponsorizzato, inserito in modo integrato e visualizzato in mezzo ad altri contenuti presenti nella pagina web. Il native cala completamente la pubblicità all’interno di un contesto, non facendosi notare con un elemento di distacco e di interruzione dal resto. Un’attività professionale di native advertising sarà in grado di unire gli obiettivi aziendali con una strategia vincente, in grado di impattare sul maggior numero di utenti in target e massimizzare il numero di conversione.
Pensiamo ad esempio ai contenuti di native advertising presenti all’interno di un blog post, oppure in un articolo di giornale: la nostra attenzione non sarà distolta in modo forzoso da strategie fastidiose come i pop up, ma verrà guidata in modo naturale dall’alto livello di integrazione dei contenuti. Un’impostazione di questo tipo, inoltre, è in grado di scavalcare nella maggior parte dei casi quel fenomeno noto nel mondo del marketing come banner blindness (in italiano, cecità da banner), ossia la volontaria disattenzione che gli utenti scelgono di avere quando navigano online e trovano dei banner e dei contenuti di display advertising invadenti e/o fastidiosi.
Andiamo ora a vedere, in una serie di punti, tutti quelli che sono i vantaggi del native advertising!
Native advertising: i punti a favore
Una strategia di posizionamento così accurata è in grado di portare alle aziende che ne fanno uso una serie di vantaggi da tenere in considerazione. Nello specifico:
- L’engagement con l’utenza aumenterà sensibilmente: all’aumento dei click sui contenuti (CTR) corrisponderà anche un calo del costo per click (CPC). Cosa significa questo? Più visualizzazioni e maggiori guadagni!
- Un aumento delle visualizzazioni sul sito: grazie alle maggiori percentuali di engagement e click, i siti di atterraggio dei link native vedranno un aumento sensibile delle visite, con tutti i conseguenti risultati (maggiori conversioni, più traffico in ingresso ecc.)
- La selezione a monte dei contenuti da mostrare: trattandosi di una tipologia di pubblicità che fa della vicinanza ai contenuti il suo punto di forza, tutti i visual di native advertising mostrati in pagina conterranno argomenti allineati al contesto in cui sono inseriti. Rispetto al banner advertising, in cui è il pubblicitario a selezionare cosa mostrare, nel mondo native è chi ospita i contenuti a scegliere i singoli pannelli. Così facendo la promozione sarà quasi impercettibile, a tutto vantaggio della facilità di navigazione e alla sua efficacia.
- Si va oltre la semplice curiosità dell’utente: a differenza di altre forme di advertising come la display, il native punta su contenuti di qualità e in target con l’utenza, stimolando la sua attenzione con leve molto più forti della curiosità o del semplice sensazionalismo.
Il native advertising ha dei difetti?
Considerando l’alto livello di integrazione e i diversi vantaggi elencati nel paragrafo precedente, sembra quasi impossibile che una strategia di questo tipo abbia dei difetti evidenti.
Una delle pochissime critiche mosse verso il native advertising riguarda, paradossalmente, la sua capacità di integrarsi nel contenuto in cui è inserito. Essendo così alto il livello di “mimetizzazione”, l’unico rischio che i i pubblicitari potrebbero correre è quello di sovraffollare la pagina con contenuti sponsorizzati. Trattandosi di una forma di pubblicità che si rivela anche utile, a nostro avviso la soluzione migliore è quella di non esagerare con il livello di sponsorizzazione: l’equilibrio di contenuti originali e native dev’essere ben calibrato, in modo da ottenere un profitto e al contempo una navigazione di qualità.